Nome del servizio:
Centro diurno “Progetto Autonomia”.
Come ti chiami?
Chiara Vitali.
Da quanto tempo lavori in cooperativa?
Da quasi sei anni.
Qual è il tuo ruolo all’interno della cooperativa?
Coordinatrice del centro diurno “Progetto Autonomia”.
Ci presenti la tua equipe?
La nostra equipe è formata da tre educatori professionali e una ragazza che sta svolgendo un anno di servizio civile più un coordinatore e il responsabile d’ area.
Chi sono gli altri protagonisti del servizio?
I nostri ragazzi! Il nostro centro diurno lavora con ragazzi tra i sedici e i vent’ anni… proprio l’età in cui si comincia a essere consapevoli delle proprie scelte e diventare “protagonisti” del proprio progetto di vita che non viene più “imposto” dagli adulti… ma condiviso.
In poche righe, come funziona il servizio?
I Ragazzi arrivano dopo scuola in autonomia, si fermano a mangiare con noi e poi frequentano uno dei diversi laboratori progettati in base alle tematiche che li interessano o ai bisogni che esprimono.
In questo momento abbiamo attivo un laboratorio di “preparazione della patente”, uno di “restyling del centro diurno”, uno di “ educazione affettiva” e un laboratorio di “legalità” poiché come centro diurno accogliamo anche ragazzi che devono compiere un percorso di “messa alla prova” per il tribunale penale minorile e quindi offriamo la possibilità di fare dei percorsi educativi con lo scopo di rielaborare i reati commessi.
Pensa a 3 caratteristiche necessarie che una persona deve possedere per poter lavorare all’interno del tuo servizio:
Passione, flessibilità, apertura mentale.
E ora 3 parole per descrivere come ti fa sentire il tuo lavoro:
Stimolata, “Piena”, irrisolta (non esiste mai un momento di immobilità).
Descrivi un momento che secondo te rappresenta in modo significativo la comunità con cui ti rapporti:
I ragazzi che imbiancato, dipingono e personalizzano la sala tv. Il PA per ognuno dei ragazzi deve diventare un pezzo di casa in cui lasciare e ritrovare una parte di sé.
Descrivi ora il momento/l’esperienza che ti è rimasta nel cuore?
La condivisione dei vissuti di alcune ragazze durante un laboratorio sull’ affettività. Il tema era il rapporto tra la “ libertà personale” e la propria famiglia d’ origine, la fatica di conciliare il proprio “ essere se stessi” e le aspettative che la famiglia ha su di te. I ragazzi sono stati estremamente generosi e sinceri nel portare il loro punto di vista. Mi emoziona sempre “ toccare” quanta ricchezza hanno dentro nonostante l’ aspetto da “duri”.
Come ti piacerebbe immaginare il servizio tra 5 anni?
Come un servizio ancora più “complesso” che abbia una scelta sempre maggiore di“ attrezzi “ da usare al bisogno… sia “interni” al diurno, ma anche “esterni” attraverso il rapporto con altre realtà che si occupano dei temi che trattiamo.
E per finire: qual è il tuo piatto preferito?
Cioccolato… da calorie e consola!